BAYLE François, 1932 – Madagascar
Dopo una infanzia in Madagascar e una formazione da autodidatta a Parigi negli anni ’50, François Bayle si unisce nel 1958-60 al Gruppo di Ricerca Musicale (GRM) ed a Pierre Schaeffer, Olivier Messiaen, Karlheinz Stockausen. Nel 1966, diventa responsabile del GRM, poi in seguito all’unione, nel 1975 del GRM con INA diventa direttore del dipartimento Ina-GRM sino al 1997. E il compositore che ha avuto più influenza sulla formazione diu alcuni concetti fondamentali per la musica acusmatica, come la concezione dell’acousmonium (1974) e la fondazione dell’Acusmathèque (1991).Dagli anni ’60 ha una produzione regolare di musica acusmatica. Lui stesso definisce le s tappe del suo cammino come « utopie dove si esplorano le genesi dei movimenti sonori, la grammatica della loro formazione, le loroi relazioni con gli avvenimenti del mondo fisico et psichico. Ha ricevuto numerosi premi.
L’originalità del percorso di Bayle è cosi sintetizzabile: tutta la sua attività musicale è consacrata all’esplorazione del mondo « acusmatico », usando un’espressione che lui stesso ha generalizzato. Un ampio campo in seno al quale si muove l’ammiratore appassionato di Jules Verne, Paul Klee, Gaston Bachelard, René Thom. Ed è cosi un esploratore, proiettato nel futuro attraverso la deliberata scelta del materiale attorno al quale organizza la sua creazione, inserito nella realtà quotidiana e ben concreta dei numerosi compiti legati alla scoperta e allo sfruttamento del proprio campo di esplorazione, anche come responsabvile del Groupe de Recherches Musicales (INA-GRM) dal 1966 al 1997.
Nato nel Madagascar nel 1932, termina i suoi studi a Bordeaux. La sua formazione musicale avviene in modo assolutamente personale : è soprattutto a partire dalle esperienze relative al suono stesso che Bayle si rivela e forma. E’ tuttavia debitore in questo campo a Pierre Schaeffer, Messiaen e Stockhausen. Se utilizza ancora nelle sue prime opere (a titolo di esperienza) strumenti tradizionali congiuntamente al nastro magnetico (Trois Portraits d’un Oiseau-Qui-N’existe-Pas, 1963). Il riferimento poi viene in
seguito abbandonato. Attraverso l’utilizzo di una grammatica, di una aritmetica nuova, relativi solo al settore della manipolazione del suono, François Bayle cerca, allargando senza posa il suo linguaggio, di stabilire una logica – « biologica » dice il compositore
fra i due mondi immaginativi del pensiero e dell’espressione. Questo sta ai titoli delle sue opere comme alle « idee » che le immagini acustiche traducono in altrettante metafore : Espaces inhabitables, 1966 ; Jeîta ou murmure des eaux, 1970 ; l’insieme dei 14 pezzi in cinque parti de L’Expérience Acoustique, 1970-73 ; Purgatoire, d’après Dante, 1971-72 ; Vibrations composées, 1973 ; Tremblement de terre très doux, 1978 ; Toupie dans le ciel, 1979 (Erosphère I e III) ; le cinque parti della suite Son Vitesse-Lumière, 1980-83 ; Les couleurs de la nuit, 1982 ; Motion-Emotion, 1985 ; Théâtre d’ombres, 1989 ; Fabulae, 1992 ; La Main Vide, 1994 ; Morceaux de Ciels, 1997 ; la forme du temps est un cercle, 1999-02 ; La forme de l’esprit est un papillon, 2002-04 ; Univers nerveux, 2004-05 ; Extra-Ordinaire, 2005.
La maggior parte di questi titoli sono stati incisi per l’etichetta Magison. Numerosi i riconoscimenti, fra i quali il Grand Prix de la Musique de la Ville de Paris 1996, Grand Prix de l’Académie Charles Cros 1999, per l’insieme del catalogo CD (Magison Cycle Bayle, volumi da 1 a 18).
Brigitte Massin, Encyclopaedia Universalis, ed. Albin Michel